CLUJ, UN LAVORO ALL'ITALIANA
Serve un'impresa per battere l'Inter, occhio al portoghese Rui Pedro
di Federico Zanon Serve un'impresa, contro un'Inter malconcia. Risultato d'andata, pronostico e precedenti sono tutti dalla parte dell'Inter, ma il Cluj sogna una notte da grande d'Europa per riscrivere la storia. Quella storia che vede i nerazzurri imbattuti nelle ultime otto sfide contro club rumeni (7 vittorie e 1 pareggio) e avanti di due gol nel "primo tempo" di San Siro. Non sarà facile, ma l'ex squadra dei ferrovieri, guidata dal controverso uomo d'affari Arpad Paszkany e punto di riferimento sportivo di Cluj-Napoca, capoluogo della regione della Transilvania, ha tanta voglia di prendersi qualche soddisfazione, in una stagione che ha raggiunto il punto più alto nella vittoria all'Old Trafford contro il Manchester United, nella fase a giorni di Champions League, chiusa al terzo posto con 10 punti. La squadra campione in carica di Romania, infatti, si trova al quinto posto in campionato, a tre punti dall'Europa e addirittura a dodici dalla Steaua Bucarest capolista, in attesa della ripresa del campionato dopo la pausa invernale, prevista per il prossimo weekend contro il Vaslui. Anche quest'anno il Cluj rappresenta una Babele del calcio, con giocatori rumeni, portoghesi, francesi, uruguaiani, croati, greci, brasiliani e ovviamente (gli immancabili) italiani. Perché con l'Italia c'é un solido legame che dura da anni, fatto di allenatori, come Bergodi, Trombetta e Mandorlini, e di giocatori, da De Zerbi a Sforzini, per arrivare a Piccolo e Lignani. Il mercato invernale ha indebolito il Cluj, che ha perso in una sola finestra, la punta senegalese Sougou, passato al Marsiglia per tre milioni di euro, e soprattutto il centrocampista offensivo brasiliano Rafael Bastos, che ha scelto i soldi dell'Al Nassr. Per sostituirli sono arrivati rinforzi ancora dall'Italia, la punta francese del Cittadella Maah e il centrocampista Nwankwo Obiora, fresco campione d'Africa con la Nigeria. Il tecnico Paulo Sergio, scelto dal Cluj a fine ottobre dopo i no di Marino e Novellino, fa giocare un calcio tipicamente portoghese, un 4-2-3-1 molto offensivo, che in fase di copertura può diventare un 4-4-1-1 all'italiana. Contro l'Inter servirà difendere bene e ripartire. L'uomo più pericoloso è la punta scuola Porto Rui Pedro, nove gol in 34 partite in questa stagione, passato alla storia per aver provato a battere, ai tempi dell'Under 21 in un'amichevole contro Capo Verde, un rigore "a due", passando la palla ad un compagno (Pereirinha, ora alla Lazio), invece di tirare direttamente in porta. Quattro anni dopo vuole diventare l'uomo che ha eliminato l'Inter. |