Scusa Ameri, clamoroso a San Siro
Giovanni Labanca Il pareggio di domenica nel derby contro il Palermo ha fatto arrabbiare non poco gli undici di Maran. Dalla gioia di una bella vittoria, che avrebbe già consentito al Catania di raggiungere quota 50 punti, record storico, si è precipitati nella delusione cocente della beffa, che ha avuto il sapore di ingiustizia, anche se le partite finiscono “quando l’arbitro fischia”, come ci ricordava il saggio Boskov. Ormai è acqua passata e lo hanno ben capito gli etnei sbarcati a Milano pronti a rimediare al passo falso in casa, proprio alle spese del Milan, senza riverenza alcuna e senza paura. Osare l’impossibile, o quello che sembrerebbe tale, è convinzione dei giocatori catanesi, che, come rivelazione del campionato, si sono sempre mostrati ossi duri in trasferta, anche per le squadre più blasonate. E perché non provarci oggi contro un Milan che sembra l’ombra di se stesso, ridimensionato dalla Juve, anche per colpa del suo portiere farfallone, proprio quando sembrava che Allegri avesse ritrovato una squadra decente per il terzo posto Champions. Al Catania, dunque, non poteva andare meglio che trovarsi a contendersi la posta in palio in una situazione insperata, quasi fosse stata preparata apposta per fargli recuperare i punti buttati al vento domenica scorsa. Il destino, quello calcistico, a volte si diverte a “giocare”, è proprio il caso di dirlo, brutti scherzi. Il Milan, comunque, non farà da scendiletto e il Catania è avvertito della gran voglia di rivalsa dei rossoneri al cospetto del suo dubbioso pubblico. Tutto questo consiglierebbe ai siciliani di fare una partita quanto mai accorta, con una buona difesa ed un robusto centrocampo che dovrebbe favorire le ripartenze di Gomez, Bergessio e Barrientos. Questo è il Catania di oggi, volitivo e serio, come lo è stato in passato, specialmente nei campionati storici del 63/64 e 64/65, quando affrontava a viso aperto anche la super Inter e, al tempo stesso, faceva esordire tra le sue fila un “certo” Bruno Pizzul dal Friuli e, tanto per citare un altro giovane, Mimì De Pierro da Roccanova, Potenza, il primo calciatore lucano che esordiva in una squadra di sere A. Il Catania ha sempre saputo conciliare bene le esigenze di mercato con le legittime aspirazioni di difendere la sua dignità di squadra emergente del Sud, cosa che ha fatto molto bene sotto la illuminata e passionale presidenza di Massimino al quale, a parte “l’amalgama” che non è riuscito mai a comperare, piacerebbe sentire per radio: “ Scusa Ameri, scusa Ameri, clamoroso a San Siro”. |